Pianeta immaginario
Un pianeta immaginario è un pianeta, completamente inventato o ridescritto immaginariamente a partire da quelli realmente esistenti, che si trova in opere letterarie, cinematografiche e d'animazione. Non costituisce quindi un pianeta ipotetico, perché i lettori non credono nella sua reale esistenza.
L'esplorazione di altri mondi è uno dei temi più antichi e ricorrenti nella fantascienza. I pianeti immaginari possono essere utilizzati come ambientazione oppure descritti nelle opere di narrativa.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Prima che Galileo volgesse il telescopio verso il cielo, i pianeti del sistema solare non erano riconosciuti come mondi o luoghi in cui si potesse mettere piede: erano visibili agli osservatori semplicemente come punti luminosi, distinguibili dalle stelle solo per il loro moto.
Nel sistema di Tolomeo (100-150 circa), l'astronomo alessandrino le cui opere furono alla base di tutta l'astronomia europea durante Medioevo e Rinascimento, i pianeti erano luci fissate in una serie di sfere trasparenti che girano intorno alla Terra, che era l'unico e solo centro dell'universo.[2] Dante Alighieri (1265-1321), nel suo Paradiso,[3] descrive l'ascesa del suo narratore attraverso le sfere celesti della Luna, i pianeti da Mercurio a Saturno e di lì alla sfera delle stelle fisse e al cielo degli angeli. Dante presuppone che la luce dei pianeti sia una combinazione di luce impartita dalla volontà divina e dello splendore dei beati che abitano le sfere. Questi pianeti sono, tuttavia, del tutto eterei: possiedono luce ma nessuna forma fisica o geografia.
Ludovico Ariosto nel suo epico Orlando furioso (1513),[4] ironicamente manda il suo eroe in una Luna dove si può ritrovare tutto ciò che è andato perso sulla Terra, ma il concetto che i pianeti fossero veri corpi fisici non venne preso sul serio fino a quando Galileo scoprì (nel 1609-1610) che la Luna aveva rilievi nella sua superficie, e che gli altri pianeti avrebbero potuto quantomeno essere risolti in dischi.[5] Nel 1543 Niccolò Copernico aveva già postulato che i pianeti orbitano intorno al Sole, come la Terra. La combinazione di questi due concetti portò al pensiero che i pianeti avrebbero potuto essere "mondi" simili alla Terra.[6] Esprimere in pubblico tali concetti poteva tuttavia essere pericoloso: Giordano Bruno, messo al rogo nel 1600 come eretico, aveva immaginato un numero infinito di altri mondi in De l'infinito universo e mondi (1584).[7]. In Occidente, non si riconosceva ancora l'esistenza di tali mondi, nonché di quelli abitati, cosa, invece, presente nell'Induismo e, accennata in parte, anche nella Bibbia.[senza fonte]
Nell'epoca della fantascienza
[modifica | modifica wikitesto]Durante i primi decenni della fantascienza, Marte rappresentò il pianeta più frequentemente utilizzato e romanzato del nostro sistema solare; le sue condizioni in superficie erano ritenute le più favorevoli alla vita: l'idea di Percival Lowell riguardo ai canali di Marte era tenuta in seria considerazione. Marte oggi è invece ritratto soprattutto come oggetto di terraformazione.
Durante la prima metà del Novecento, Venere costituiva a sua volta un soggetto popolare. Il pianeta Venere è assai simile alla Terra in quanto a dimensioni e gravità alla superficie, e la superficie è occultata da una spessa coltre di nubi. Venere era generalmente descritto come un mondo temperato, umido, coperto di paludi e di giungla dove la vita era abbondante, spesso con allegorie sottilmente velate del colonialismo europeo in Africa. Il pianeta è nella realtà un mondo inospitale: le nuvole sono di acido solforico, l'atmosfera, molto più spessa di quella terrestre, è composta prevalentemente di biossido di carbonio (la pressione atmosferica è 92 volte quella della Terra) e la temperatura alla superficie potrebbe fondere il piombo.
Gli scrittori nelle loro opere hanno creato migliaia di pianeti immaginari. La maggior parte di questi sono quasi indistinguibili dalla Terra, e questo è il motivo per cui Brian M. Stableford li chiama "cloni della Terra". Si tratta in molti casi di un espediente che permette maggiore libertà nell'ambientare delle vicende avventurose, slegandole dallo spazio e dal tempo a noi noti. In questi mondi, le differenze rispetto alla Terra sono prevalentemente di tipo sociale, come ad esempio Barrayar nella fantascienza di Lois McMaster Bujold; altri tipici esempi sono i pianeti prigione, le culture primitive, estremismi politici e religiosi e società pseudo-medievali (vedi anche: Utopia, Distopia, Fantapolitica).
Pianeti più insoliti dal punto di vista fisico si possono invece trovare nelle opere di fantascienza hard o classica; tipici esempi sono quelli che presentano su gran parte della loro superficie un unico ambiente climatico, ad esempio i pianeti desertici, i mondi acquatici, artici o interamente ricoperti da foreste.
Alcuni scrittori, scienziati e artisti hanno poi speculato riguardo a mondi artificiali o pianeti-equivalenti; come il Mondo Anello de I burattinai (Ringworld) di Larry Niven, le sfere di Dyson di Freeman Dyson o Globus Cassus di Christian Waldvogel.
Alcuni mondi fantasy sono a loro volta descritti come pianeti alieni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ George Mann, The Mammoth Encyclopedia of Science Fiction, Robinson, 2001, ISBN 1-84119-177-9.
- ^ Claudius Ptolemaeus, Ptolemy's Almagest, New York, Springer-Verlag, 1984, ISBN 0-387-91220-7.
- ^ Alighieri Dante, Paradiso, New York, Signet, 2001, ISBN 0-451-52805-0.
- ^ Ludovico Ariosto, Orlando Furioso, London, Oxford University Press, 1974, ISBN 0-19-212576-1.
- ^ Galileo Galilei, Sidereus Nuncius, Chicago, University of Chicago Press, 1987, ISBN 0-226-27902-2.
- ^ Nicolaus Copernicus, De revolutionibus orbium caelestium, Amherst, Prometheus Books, 1995, ISBN 1-57392-035-5.
- ^ Dorothea Waley Singer, Giordano Bruno, his life and thought, New York, Greenwood Press, 1968.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Neil F. Comins, What If the Moon Didn't Exist?: Voyages to Earths That Might Have Been, Harpercollins, 1995, ISBN 978-0-06-092556-7.
- Stephen L. Gillette, World-Building, a cura di Ben Bova, Writer's Digest, 1996, ISBN 978-1-58297-134-6.
- Brian M. Stableford, The Dictionary of science fiction places, Wonderland Press,, aprile 1999, ISBN 978-0-684-84958-4.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Categoria:Pianeti immaginari
- Pianeti di Guerre stellari
- Categoria:Pianeti di Star Trek
- Pianeti di Stargate
- Pianeti del Ciclo delle Fondazioni
- Pianeti di Dune
- Stelle e sistemi planetari nella fantascienza
- Nebulose nella cultura di massa
- Pianeta artificiale
- Pianeta extrasolare
- Pianeta ghiacciato
- Pianeti ipotetici
- Viaggio immaginario
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su pianeta immaginario
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Pianeta immaginario, su The Encyclopedia of Science Fiction.
- I pianeti di Star Trek, su hypertrek.org. URL consultato il 13 luglio 2005 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2005).
- (EN) The Multiverse Database, su multiverse-db.com. URL consultato il 13 luglio 2005 (archiviato dall'url originale il 9 settembre 2005).
- (EN) Andrew Fraknoi, Science Fiction Stories with Good Astronomy & Physics: A Topical Index, su astrosociety.org, agosto 2009. URL consultato il 19 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2012).